mercoledì 16 novembre 2011

Il videogaming crea dipendenza: la mette in luce l'ennesimo studio universitario.

Vostra madre o la vostra compagna si lamentano perché dedicate troppo tempo al vostro videogame preferito? Ora ha una ragione in più per preoccuparsi.


Nello studio realizzato dalle Università di Ghent (Belgio) e Charitè di Berlino, un gruppo di ricercatori ha analizzato 150 immagini di risonanza magnetica di più di 150 ragazzi di 14 anni che dedicano molto tempo ai videogiochi, individuando che i giocatori abituali hanno un elevato volume di materia grigia in alcuni punti cruciali dei loro cervelli.

Studi precedenti avevano già dimostrato l'esistenza di un legame tra il rilascio di dopamina nello striato ventrale, struttura del cervello che sottende i meccanismi di ricompensa, e i videogiochi o il gioco d'azzardo, ma è la prima volta che viene esaminata la struttura del cervello e il volume in relazione a questi fenomeni.

Dallo studio si legge:

Queste ricerche dimostrano che lo striato ventrale assume un ruolo significativo nei casi di eccessiva esposizione al videogaming e contribuiscono a individuare le dipendenze comportamentali.

Negli ultimi anni si è fatto sempre più intenso il dibattito fra dottori e ricercatori per individuare il confine tra normale utilizzo di videogiochi e dipendenza, e in quali casi definire quest'ultima disordine mentale. I ricercatori tedeschi hanno dunque individuato il riproporsi di attività cerebrali analoghe in un alto numero di giocatori abituali, ma non riescono ancora a stabilire se le differenze strutturali al cervello sono la causa dalla prolungata esposizione ai videogiochi o se sono un frutto del cambiamento occorso al cervello dovuto alle abitudini di questi ragazzi.

Henrietta Bowden-Jones della divisione di Neuroscienze dell'Imperial College di Londra sostiene che queste ricerche sono altamente rilevanti in ambito clinico perché consentono di individuare le differenze e le analogie tra la dipendenza da videogiochi e gli altri tipi di dipendenze, dando ai tecnici ulteriori spunti di analisi per studiare le opzioni di trattamento a lungo termine.

Il prossimo fondamentale passo sarà quello di capire se le differenze nei volumi sono una causa o una conseguenza dei comportamenti eccessivi

ribadisce la scienziata.

Si tratta di una questione centrale per capire il sistema motivazionale del cervello e studiare il percorso della dopamina

aggiunge Luke Clark del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell'Università di Cambridge. 

Per dare un senso a questi studi dobbiamo monitorare l'attività del cervello nel lungo periodo.

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