mercoledì 17 ottobre 2012

Il file sharing non è il vero nemico delle etichette musicali

Ecco giungere dalla rete, il risultato, davvero imprevedibile, di uno studio condotto da American Assembly. Quest'ultimo ha rivelato che chi usa il file sharing, in media, compra il 30 per cento di musica in più di coloro che non usufruiscono di alcun servizio di condivisione di file.


Il che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che le etichette musicali hanno ingaggiato una guerra contro il nemico sbagliato.


Lo studio, chiamato Copy Culture Survey, come già detto, è stato condotto dall’American Assembly, una libera associazione statunitense nata nel 1950, e i risultati sono stati diffusi ieri.

Si basa su migliaia di approfondite interviste telefoniche fatte in tutti gli States ed è forse uno degli studi più ampi mai condotti in questo campo. I risultati mostrano che gli utenti abituati al file sharing acquistano circa il 30 per cento di musica in più rispetto a coloro che non usano questi strumenti. La cosa interessante è che risulta che la pratica dicopiare i file offline è molto più diffusa rispetto alla pirateria online.

Tuttavia, va anche detto che coloro che ammettono di usare il P2P hanno collezioni più grandi di file musicali. La conclusione sorprende meno dei singoli risultati: gli amanti della musica, con grosse collezioni, comprano la musica oltre a scaricarla. Questa notizia, insieme a quella per cui le coppie offline superano la pirateria online, sono informazioni che le etichette dovrebbero tenere bene presenti quando decidono le loro policy.

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