sabato 8 giugno 2013

Il Governo Obama e le violazioni della privacy. Utenti avvisati

Una vera e propria bufera si è abbattuta sulla Casa Bianca, uno scandalo che potrebbe riguardare milioni di cittadini, forse gran parte della popolazione di internet. Nessuno può stare tranquillo.


Il caso è scoppiato nelle ultime 48 ore, quando il quotidiano britannico The Guardian pubblicava il contenuto di un documento segreto del tribunale federale degli Stati Uniti a proposito di raccolta di dati sensibili in violazione della legge della privacy. Secondo il documento rinvenuto dal Guardian, la National Security Agency (NSA) stava raccogliendo milioni di tabulati e metadati telefonici dagli abbonati Verizon.

Ma si tratta solamente del preludio dello scandalo che è invece scoppiato nella giornata di ieri. Secondo un nuovo rapporto del Guardian, supportato dal Washington Post e da altri quotidiani statunitensi, la NSA si avvarrebbe anche di un programma segreto chiamato Prism per impossessarsi dei dati di utilizzo dei server privati della maggior parte delle grandi aziende del mondo della tecnologia, come Apple, Google, Microsoft, Facebook e altri ancora.

Si tratta di dati provenienti dagli scambi digitali tra gli utenti che accedono ai servizi web messi a disposizione da questi colossi. Informazioni private su spostamenti, abitudini, necessità, partecipazioni a eventi sociali, e molto altro ancora, che finiscono direttamente nelle mani dell'agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Ma è una questione principalmente politica, visto che l'Amministrazione Obama sembra aver dato rinnovato vigore a un modo di procedere che era stato inaugurato da George W. Bush all'indomani dei tragici fatti dell'11 settembre. Non solo Obama non avrebbe calmierato le procedure invasive della precedente amministrazione, ma le avrebbe confermate e addirittura ulteriormente rinvigorite. "L'amministrazione ha perso credibilità", afferma il New York Times, tradizionalmente vicino a Obama. Ma l'attacco all'attuale amministrazione non si ferma qui, visto che il quotidiano parla anche di "abuso di potere che richiede vere spiegazioni". Secondo il New York Times l'amministrazione non è in grado di reagire in maniera ferma alle accuse, adducendo "banalità" come risposte agli attacchi che sta ricevendo in queste ore da tutti i giornali d'oltreoceano.

Gli attacchi all'amministrazione attuale provengono da ogni parte e colpisce soprattutto come Obama stia ripercorrendo una strada, quella intrapresa dalla precedente amministrazione repubblicana, che lui stesso aveva fortemente criticato in campagna elettorale. "George W. Obama" titola l'Huffington Post, che riesce a far vacillare anche i più ferventi sostenitori ed elettori del presidente nero.

Sembra che Obama stia riprendendo e affinando un programma iniziato da Bush, a quei tempi supportato anche da Microsoft. Le aziende acquisiscono immunità contro eventuali azioni legali aprendo i loro server alle autorità governative. Per ottenere questo "status" devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell'intelligence. Non tutti i giganti del mondo della tecnologia avrebbero aderito spontaneamente anzi, secondo il Washington Post, Apple avrebbe resistito per anni alle lusinghe governative.

Google sostiene di trasmettere i dati al governo "nel rispetto della legge", mentre tutti gli altri grandi colossi coinvolti nello scandalo hanno respinto ogni ipotesi. Secondo un comunicato ufficiale, infatti, Apple "non sa di cosa si stia parlando".

Le relazioni del Guardian e del Washington Post sono basate su una presentazione sulla sicurezza da 41 pagine fornita, a quanto pare, da un ufficiale in servizio che si è detto inorridito da quanto aveva scoperto. Secondo l'ufficiale, il programma avrebbe delle capacità enormi nella misura in cui riesce a incunearsi dappertutto. Prism, così, diventa una parte fondamentale delle azioni di intelligence degli Usa.

Secondo voci riferite successivamente dalla Reuters, che avrebbe sentito un "alto funzionario del governo", il programma verrebbe utilizzato solo per controllare cittadini non americani non residenti negli Stati Uniti. Insomma, sembra un modo per calmierare le assidue polemiche che stanno riguardando gli Usa in queste ore, ma il resto del mondo non merita forse lo stesso livello di rispetto della privacy?

La Reuters sostiene che il programma sarebbe stato recentemente nuovamente autorizzato, dopo che veniva praticato già dai tempi dell'amministrazione Bush. Sono servite "ampie udienze e un lungo dibattito" per ottenere la nuova autorizzazione. Il Washington Post aggiunge che il programma va "ben al di là" delle leggi vigenti che richiedono alle aziende tecnologiche di fornire i dati sensibili sugli utenti ai tribunali degli Stati Uniti o al governo stesso in caso di particolari necessità. La NSA avrebbe piuttosto accesso diretto ai server privati di Facebook , Microsoft, Yahoo, Google, AOL, Apple, PalTalk, Skype e Youtube.

Come dicevamo, tutte queste aziende hanno ufficialmente smentito le indiscrezioni che stanno emergendo. Google ha ammesso di aver lasciato aperta una "back door" verso i propri dati per le esigenze governative, ma ha prontamente aggiunto che adesso non esiste più un lasciapassare del genere. Microsoft, che presumibilmente è stata la prima ad aderire al programma già ai tempi di Bush, ha detto che non partecipa volontariamente a nessun tipo di raccolta dati del governo e che accetterà solamente richieste su "specifici account".

La presentazione che prima abbiamo riportato, quindi, sembra contraddire sia le aziende tecnologiche sia il governo, ribadendo che l'NSA raccoglie una grande quantità di dati sui cittadini attraverso il programma Prism, anche se non necessariamente questi dati vengono esaminati e utilizzati. Solo nel momento in cui un'indagine sia stata avviata, il programma "intercetta" i dati su posta in arrivo e inviata, o altri tipi di dati sensibili appartenenti al sospettato o ad altre figure a lui vicine.

Il direttore della National Intelligence James R. Clapper ha detto che ci sono "numerose inesattezze" nei report del Guardian e del Washington Post sul programma Prism, ma non ha fatto esempi concreti. Si è limitato a dire che "le informazioni raccolte attraverso questo programma sono tra le informazioni di intelligence più importanti tra quelle che provengono dall'estero, e vengono usate per proteggere la nostra nazione da diversi tipi di minacce". Aggiunge che la "divulgazione non autorizzata di informazioni su questo fondamentale e del tutto legale programma è riprovevole e rischia di provocare importanti ripercussioni sulla sicurezza degli americani".

Naturalmente queste rivelazioni non sono completamente sorprendenti nella misura che sembrano configurarsi come un'evoluzione di precedenti programmi, come il famoso programma di monitoraggio satellitare Echelon in vigore negli anni '60. O come l'accordo tra amministrazione Bush e AT&T per intercettare comunicazioni di posta elettronica sospette a seguito degli attacchi dell'11 settembre. Si dice che il governo degli Stati Uniti disponga di un centro dati in Utah capace di gestire dati nell'ordine degli yottabyte (ossia 1 milione di miliardi di gigabyte).

La senatrice della California in carica dal 1992, eletta per il Partito Democratico, Diane Feinstein, ha respinto le accuse che le sono state mosse in seguito allo scandalo Verizon, dicendo che quello che il governo degli Usa sta facendo è "difendere l'America", e aggiungendo che il programma ha avuto a cuore la salvaguardia della vita privata dei cittadini. Il senatore Saxby Chambliss, Repubblicano eletto in Georgia, ha sostenuto la posizione della Feinstein, ribadendo che il programma analizza solamente dati su cittadini già indagati.

Stando alle slide trafugate, il 98% delle informazioni appartenenti al programma Prism provengono da Microsoft, Google e Yahoo. I funzionari del governo che hanno fatto trapelare le informazioni hanno anche aggiunto che i nomi dei partner privati che aderiscono all'iniziativa Prism sono uno dei segreti più sensibili del programma e che si era temuto che queste società si sarebbero potute ritirare dal programma se le loro identità fosse stata rivelata. Il Washington Post definisce i dati del Prism come il contributo più prolifico per il briefing quotidiano del presidente, con circa 1500 elementi al vaglio per ogni giorno. Il Prism è diventata la fonte di informazioni più importante per l'NSA, e il suo contribuito è in continua crescita.

L'Amministrazione Obama ribadisce che si tratta di "procedure specificamente approvate dal giudice, che riguardano solo persone non statunitensi che risiedono al di fuori degli Stati Uniti". Per ciascuna delle indagini svolte dal governo con questo metodo, c'è una probabilità del 51% che i dati coinvolti provengano dall'esterno rispetto agli Usa. Accidentalmente, secondo le fonti del Post, ogni trimestre arriva qualche segnalazione riguardante contenuti provenienti dall'interno degli Usa.

Il documento sostiene che gli inquirenti dell'NSA possono raccogliere informazioni estensive "con un semplice click, mentre basta un debole accostamento a fatti di terrorismo, spionaggio o proliferazione nucleare". Questi agenti hanno un accesso molto più ampio a questi dati rispetto alle normali attività di marketing, con Facebook e Skype che tendono a diventare degli strumenti sempre più efficaci in questa ottica. Per gli utenti di Skype, il Post riferisce anche di un controllo vocale nel caso di conversazioni che riguardino anche entità considerate sospette dal sistema. Monitoraggi simili vengono fatti anche attraverso gli strumenti di Google come GMail, le chat vocali, Google Drive, le librerie Picasa e altri servizi messi a disposizione dal gigante dei motori di ricerca.

Come nel classico film di spionaggio americano, ciò che arriva in maniera netta e precisa ai cittadini è una minima parte della realtà. Ciò che sta dietro il programma Prism e i suoi predecessori è conosciuto, nella sua interezza, solo dai funzionari governativi più addentro al sistema. Però i giornali d'oltreoceano hanno iniziato a scavare e hanno portato alla luce l'esistenza di un sistema che, se per certi versi è senza dubbio fondamentale nella lotta al terrorismo internazionale, d'altra parte pone una serie di problematiche sul piano della privacy.
Si tratta di misure di sicurezza giustificabili? Un cittadino innocente potrebbe pensare: "Io non ho niente da nascondere, quindi possono controllare pure. L'importante è che chi ordisce strani e pericolosi piani sia individuato prima dell'atto e bloccato per tempo". D'altra parte, molto spesso gli stessi media che stanno criticando l'operato del governo affondano le accuse anche quando quest'ultimo non riesce ad anticipare e a reagire prontamente alle azioni dei terroristi.

Ma chiaramente Prism viola alcune leggi sulla privacy del diritto internazionale e del sistema giuridico europeo, che sembra completamente ignorato dalla stampa americana e nelle dichiarazioni a difesa di Prism dell'amministrazione Obama. Teoricamente il sistema può sondare informazioni dettagliate sugli spostamenti, i gusti, le abitudini, le relazioni affettive, le questioni di lavoro, e molto altro ancora, della totalità dei cittadini. E questo potrebbe non piacere a qualcuno. E' questa la libertà propugnata dalla cultura americana?

Questa è la notizia, riportata dai maggiori quotidiani statunitensi e non, ma noi piccoli fruitori della rete non possiamo far altro che seguire la vicenda che ci riguarda da vicino e sensibilizza l'opinione pubblica. Una riflessione però è d'obbligo quando si tratta di società come Facebook, Google, Apple: essere controllati per scopi commerciali è davvero meno grave che essere sotto la lente per garantire la nostra sicurezza? La privacy non è pur sempre privacy?

Gli ads di Google che si intromettono nella nostra vita e interpretano i nostri gusti e le nostre scelte commerciali sono sufficientemente indiscreti da violare la nostra privacy?

0 commenti:

Posta un commento

 
Tecnodiary2 © 2011